Ipertensione, come evitare un’insidia diffusissima
Tanti ne soffrono, pochi lo sanno. Ė una condizione diffusa quanto sottovalutata, anche perché non si tratta di una “malattia” in sé, ma può condurre a eventi cardiovascolari anche gravissimi. L’ipertensione è caratterizzata da un eccesso di pressione del sangue nelle arterie, determinata dalla quantità che viene “pompata” dal cuore e dalla “resistenza” delle arterie stesse. Tale eccesso rappresenta dunque un “fattore di rischio” in sé, che a sua volta è facilitato dalla presenza di altri “fattori di rischio” sui quali è possibile intervenire, a iniziare dagli “stili di vita”.
La ragione della “rischiosità” cardiovascolare dell’ipertensione, in parole semplici, risiede anzitutto nel fatto che, nell’obiettivo di far scorrere il sangue in tutto il corpo, il cuore è costantemente “affaticato” dalla necessità di una spinta aumentata, ed è una fatica che può portare, tra l’altro, al danneggiamento dei vasi arteriosi, a iniziare dai più piccoli. Per diagnosticare tale condizione basta una misurazione della pressione, che si effettua grazie a una scoperta italiana risalente a oltre un secolo fa, uno “sfigmomanometro a mercurio”, e di recente con ancor più semplici apparecchi automatici di auto-misurazione.
In caso di ipertensione moderata o grave, è suggerita una terapia farmacologica, da definire su consiglio medico in relazione alla situazione generale del singolo. Può prevedere, tra l’altro, il ricorso a “beta-bloccanti”, “calcio-antagonisti”, “ACE-inibitori”, che tendono a limitare la pressione e al contempo rilassare e allargare i vasi sanguigni.
I farmaci peraltro non bastano, e anzi, in caso di livelli solo lievi di ipertensione, non sono neppure necessari. L’aspetto ineludibile della prevenzione riguarda appunto l’ambito degli “stili di vita”: perdere i chili di troppo, seguire una dieta equilibrata con la priorità della riduzione del sale, fare esercizio fisico, ridurre i caffè e l’alcol, abolire il fumo, limitare le fonti di stress. Difficile? A volte sì, ma su questo la Fondazione Veronesi, tra gli altri, dà un suggerimento in più. “Circondarsi di amici”: il benessere “sociale” e il buonumore sono di per sé “amici” del cuore, e dei comportamenti utili a proteggerlo.
FONTI
fondazioneveronesi.it
siia.it
dire.it
humanitas.it