ACIDITÀ DI STOMACO
Definizione
Si tratta di un disturbo dell’apparato digerente legato all’aumento della secrezione di acido cloridrico, una sostanza che favorisce la digestione dei cibi.
Quando l’acido cloridrico è prodotto in eccesso riesce a superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco, provocando un’infiammazione.
Questo problema è chiamato anche bruciore di stomaco o pirosi.
Cause
Le cause dell’aumento della produzione di acido cloridrico, detto ipercloridria, non sono del tutto note. È certo, però, che:
- i cibi fortemente speziati
- quelli troppo ricchi di acidi (come pomodori, cipolle, fagioli, zuccheri raffinati, carne, uova, latte, formaggi)
- un pasto abbondante
- il consumo di alcool e di tabacco
contribuiscono alla comparsa del problema.
Sembra che anche una infezione gastrica da Helicobacter pylori (un batterio) possa aumentare la secrezione acida gastrica e, in alcuni casi, ritardarne l’Eliminazione, determinando una sensazione di pesantezza digestiva e di iperacidità ancora più accentuata.
Anche lo stress, i ritmi intensi e le forti emozioni possono stimolare l’ipercloridria. Infine, un ruolo significativo potrebbe essere giocato dall’assunzione di determinati farmaci.
Definizione
Si tratta di un disturbo dell’apparato digerente legato all’aumento della secrezione di acido cloridrico, una sostanza che favorisce la digestione dei cibi.
Quando l’acido cloridrico è prodotto in eccesso riesce a superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco, provocando un’infiammazione.
Questo problema è chiamato anche bruciore di stomaco o pirosi.
Cause
Le cause dell’aumento della produzione di acido cloridrico, detto ipercloridria, non sono del tutto note. È certo, però, che:
- i cibi fortemente speziati
- quelli troppo ricchi di acidi (come pomodori, cipolle, fagioli, zuccheri raffinati, carne, uova, latte, formaggi)
- un pasto abbondante
- il consumo di alcool e di tabacco
Sembra che anche una infezione gastrica da Helicobacter pylori (un batterio) possa aumentare la secrezione acida gastrica e, in alcuni casi, ritardarne l’Eliminazione, determinando una sensazione di pesantezza digestiva e di iperacidità ancora più accentuata.
Anche lo stress, i ritmi intensi e le forti emozioni possono stimolare l’ipercloridria. Infine, un ruolo significativo potrebbe essere giocato dall’assunzione di determinati farmaci.
Cure
Le cure dell’acidità di stomaco vanno prescritte dal medico: è importante evitare il fai da te e rispettare sempre i consigli dello specialista sia a proposito dei principi attivi da utilizzare sia a proposito delle modalità e dei tempi di somministrazione da seguire.
In linea generale, il trattamento dell’acidità di stomaco prevede l’uso di preparati antiacidi, medicinali a base di sostanze leggermente alcaline, in grado di neutralizzare l’acido gastrico e ridurre il dolore, alleviando i sintomi fastidiosi.
Nei casi più complicati, il medico può prescrivere una terapia con medicinali specifici che inibiscono la secrezione acida gastrica, come i farmaci inibitori della pompa protonica.
In presenza di una lesione ulcerosa causata da un’infezione da Helicobacter pylori, in genere, il medico indirizza verso un’opportuna terapia basata su farmaci che inibiscono la secrezione acida gastrica e su antibiotici mirati contro l’Helicobacter pylori.
Alimentazione
Oltre alla cura farmacologica è bene osservare anche alcuni consigli dietetici.
- Innanzitutto, è consigliabile eliminare o limitare il consumo di cibi speziati, di alimenti ricchi di acidi, di alcolici e di bevande gassate.
- Meglio eliminare anche le sigarette.
- E’ utile, poi, mangiare tanta frutta che contiene, tra le altre, delle sostanze chiamate acidi organici che hanno potere alcalinizzante. In pratica, sono in grado di neutralizzare l’azione acidificante di altri alimenti. In particolare, mele, mirtilli, fichi e banane oltre a ridurre l’acidità gastrica, svolgono un’azione gastroprotettiva: aumentano cioè la secrezione del muco gastrico, lo strato mucoso che serve a proteggere la parete interna dello stomaco.
- Anche i cavoli hanno lo stesso effetto. Occorre tenere presente, però, che quando si soffre di disturbi gastrointestinali, è meglio consumare la frutta lontano dai pasti (per il rischio di fermentazione intestinale).
- Infine, per tenere sotto controllo la secrezione acida è importante non consumare pasti troppo abbondanti e cercare di mangiare sempre agli stessi orari, senza fretta e masticando bene ogni boccone.
Molte persone, per insaporire e rendere più golose le pietanze, esagerano con i soffritti e l’uso di aceto, burro e spezie: un eccesso che causa problemi all’apparato digerente. Si tratta, infatti, di procedimenti che rendono gli alimenti più pesanti e, quindi, più difficili da digerire e assimilare. Non solo: stimolano anche la produzione di succhi gastrici, causando acidità. Lo stesso vale per gli alimenti grassi, fritti e unti. Si tratta, infatti, di cibi composti da molecole complesse che lo stomaco impiega molto tempo a elaborare: ecco perché, anche a distanza di molte ore da un pasto a base di questi cibi, si può avvertire un senso di pesantezza allo stomaco. Inoltre, per facilitare la digestione di questi alimenti, lo stomaco produce una maggiore quantità di succhi gastrici che, oltre ai cibi, attaccano le pareti dello stomaco, creando una spiacevole sensazione di bruciore all’organo stesso.
Come avviene il processo digestivo?
La digestione comincia in bocca, dove gli enzimi contenuti nella saliva attaccano il cibo e iniziano una prima trasformazione dei principi in esso contenuti. Il cibo masticato passa nell’esofago e successivamente nello stomaco. Il cervello, già alla vista e all’odore dei cibi, invia degli impulsi allo stomaco che inizia così a produrre i succhi gastrici. Si tratta di liquidi che contengono particolari sostanze acide, come la pepsina e l’acido cloridrico, in grado di trasformare le molecole dei cibi in particelle più semplici ed esercitare una azione antibatterica sugli alimenti. Ogni 20 secondi circa, lo stomaco rimescola gli alimenti e i succhi gastrici effettuando dei movimenti concentrici (la cosiddetta peristalsi), che facilitano la digestione. Gli alimenti, trasformati in particelle molto semplici, passano poi nell’intestino, dove vengono assimilati e distribuiti in tutto il corpo attraverso i vasi sanguigni e linfatici. A questo processo collaborano anche il pancreas, la colecisti (cistifellea) e il fegato, che inviano nell’intestino sostanze in grado di completare la digestione dei cibi.
L’acidità può essere il sintomo di altri disturbi?
L’acidità può essere un disturbo a sé, ma anche il sintomo di altri
problemi. Per esempio, può essere il campanello d’allarme della gastrite,
l’infiammazione della mucosa gastrica. Anche il reflusso gatsroesofageo,
ossia la risalita nell’esofago di materiale acido proveniente dallo
stomaco, può causare bruciore di stomaco soprattutto percepito dietro lo
sterno. Lo stesso vale per l’ulcera, la lesione che interessa la mucosa
dello stomaco (ulcera gastrica), o del duodeno, il primo tratto
dell’intestino (ulcera duodenale). Per questa ragione, quando l’acidità è
persistente e non si risolve nemmeno correggendo le abitudini alimentari o
seguendo una cura con farmaci specifici, è meglio rivolgersi nuovamente al
medico per un controllo. In questo modo, è possibile accertare l’eventuale
presenza di altri disturbi.
Per trattare il bruciore di stomaco è possibile
usare rimedi non farmacologici? Ci sono alcuni rimedi non farmacologici che
possono ridurre i bruciori di stomaco. Innanzitutto, può essere utile
mangiare la liquirizia, che aiuta a neutralizzare l’iperacidità gastrica,
anche se può innalzare la pressione. Per i bruciori occasionali può essere
utile, infine, un classico rimedio della nonna: mezzo cucchiaino di
bicarbonato disciolto nell’acqua non fredda. Ha un effetto antinausea e
digestivo.
Perché ansia e stress possono causare bruciore di stomaco?
L’apparato digerente è uno dei primi bersagli dell’ansia e dello stress,
disturbi che dalla sfera psichica, spesso, si trasferiscono a quella
corporea (per questa ragione sono detti disturbi psicosomatici). Le ragioni
non sono completamente note, ma si è visto che chi soffre d’ansia e di
stress è soggetto a una maggior produzione di succhi gastrici, che però, a
causa della tensione muscolare che interessa il corpo, non vengono
utilizzati nel modo corretto. Occorre ricordare, infatti, che in presenza
di ansia e stress l’organismo aumenta anche la produzione di adrenalina, un
ormone che ha un effetto Inibitore sulla muscolatura di stomaco e
intestino. In pratica, le pareti muscolari dello stomaco rimangono immobili
e così non riescono a rimescolare i cibi con i succhi gastrici. Quindi, da
un lato ansia e stress aumentano la produzione di acidi gastrici,
dall’altro quella di adrenalina, che impedisce allo stomaco di utilizzare
questi acidi. Il risultato è che la persona avverte una continua tensione
nella zona dello stomaco, accompagnata da senso di pesantezza e di
bruciore.