Alta (iper) tensione!
Cap. 1 – Alta pressione
Da “fuori”, tutto sembrava normale. Niente lasciava sospettare la pressione cui ero sottoposto: troppo alta perché potessi reggerla. Eppure io stesso non mi accorgevo di nulla, tanto ci ero abituato. Forse, ogni tanto, qualche mal di testa faceva suonare un campanello d’allarme, ma ero troppo impegnato per preoccuparmene …
Che cosa è l’Ipertensione Arteriosa e quanto è diffusa?
L’Ipertensione Arteriosa è una patologia che causa un aumento spropositato della pressione sanguigna, ossia la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie: in maniera abituale, anche in condizioni di riposo e tranquillità, questa supera i valorisoglia di 140 mmHg per la pressione sistolica, o anche detta “massima”, e 90 mmHg per la pressione diastolica, o anche detta “minima”. Il Ministero della Salute ha stimato che circa un quarto degli italiani (15 milioni di persone) soffre di Ipertensione Arteriosa, che rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti per malattie gravi come infarti, ictus, scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica, arteriopatie. Se l’Ipertensione è adeguatamente diagnosticata e trattata, è possibile ridurre sostanzialmente il rischio di sviluppare questo tipo di patologie e di andare incontro a eventi cardiovascolari, permettendo di aumentare la durata e la qualità della vita.
I medici distinguono due tipi di Ipertensione Ateriosa:
- l'Ipertensione essenziale, la forma più diffusa (circa il 95% dei casi), è dovuta a cause non ancora identificate, anche se esistono dei fattori che ne favoriscono l'insorgenza, come familiarità (influenza genetica), abitudini alimentari, sovrappeso, sedentarietà ed eventuali squilibri ormonali;
- l’Ipertensione secondaria è una forma collegata a patologie quali malattie renali o endocrinologiche o cardiovascolari; rappresenta circa il 5 % dei casi.
Quali sono le conseguenze dell’Ipertensione Arteriosa?
Con il tempo, l’Ipertensione danneggia le arterie di tutto il corpo e, attraverso esse, gli organi cui trasportano il sangue: cuore, cervello, reni, occhi, ecc. Per questo l’Ipertensione rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti per le malattie e gli eventi cardiovascolari (infarti, ictus, scompenso cardiaco) che in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una delle cause più frequenti di morte; per le malattie delle arterie in generale (aneurismi, arteriopatie periferiche) e anche per l’insufficienza renale cronica.
Cap. 2 – Alta Definizione
Il primo passo per evitare un’insidia è scoprirne l’esistenza, darle un nome e definirne con precisione l’identità. Solo dopo è possibile prendere le contromisure del caso. Certo era più facile a dirsi … ma ormai ero determinato a dare un volto a questa minaccia e liberarmi della pressione che mi portava dritto – e troppo velocemente! – verso il momento fatale!
Quali sono i sintomi dell’Ipertensione e come si arriva alla diagnosi?
In alcuni casi (in particolare quando l’aumento dei valori pressori è importante) l’Ipertensione può causare cefalea, alterazioni della vista, vertigini e ronzii alle orecchie (acufeni) o emorragie dal naso (epistassi). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’elevata pressione arteriosa non dà sintomi, tanto che una percentuale importante di chi ne soffre non ne è consapevole: per questo l’Ipertensione viene detta “il killer silenzioso”.
L’unico modo per scoprire se un soggetto è iperteso è perciò controllare regolarmente la pressione arteriosa presso un ambulatorio medico, in farmacia oppure a casa. È possibile inoltre misurare i valori pressori per 24 ore attraverso il cosiddetto Holter pressorio o ABPM (monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa). La diagnosi di ipertensione e la definizione delle condizioni del paziente in relazione a questa patologia sono complesse e spettano al Medico di
Medicina Generale o allo Specialista. Frequentemente vengono eseguiti diversi accertamenti nel soggetto iperteso – ad esempio esami del sangue (colesterolo, funzionalità renale, glicemia), elettrocardiogramma, ecocardiogramma, doppler delle arterie del collo, fondo dell’occhio per valutare i valori pressori ecc. – ma anche per identificare l’eventuale danno che la pressione potrebbe aver recato a cuore, reni, arterie.
Come si tratta l’Ipertensione Arteriosa?
Una volta chiarite le condizioni generali di salute in relazione alla diagnosi di Ipertensione Arteriosa, è possibile definire la cura più adeguata a proteggere gli organi vitali, in particolare il cuore, il cervello, i reni, i vasi sanguigni.
Le misure per ridurre i valori pressori e controllare il rischio cardiovascolare sono:
- Stile di vita: è sempre necessario smettere di fumare e ridurre l’assunzione di sale e di alcol, ridurre il peso corporeo e, laddove possibile e consigliato, aumentare l’attività fisica e combattere lo stress.
- Terapia farmacologica: ossia assumere i medicinali prescritti da un medico.
Lo scopo principale del trattamento dell’Ipertensione Arteriosa è quello di riportare i valori pressori alla normalità, il che permette anche di proteggere apparati, tessuti e organi danneggiati della patologia. Ridurre la pressione arteriosa di appena 5 mmHg consente infatti di abbattere il rischio di ictus di più del 30% e quello di infarto di più del 2% e permette inoltre di ridurre il rischio di sviluppare scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e altre malattie gravi.
Per la terapia farmacologica sono disponibili diverse classi di farmaci:
- Diuretici
- Beta bloccanti
- Calcio-antagonisti
- ACE-inibitori/sartani/inibitori diretti della renina
- Alfa-bloccanti
A volte un solo farmaco può non ridurre sufficientemente la pressione arteriosa; per questo motivo il medico può aumentarne il dosaggio, aggiungere altri farmaci o cambiare il trattamento passando a una associazione fissa, a seconda di ciò che è meglio per il paziente.
Talvolta l'assunzione di farmaci antipertensivi può causare effetti collaterali, anche se la maggior parte delle persone che assumono farmaci per ridurre la pressione non li sviluppa.
Cap. 3 – Alta guardia
Nessun pericolo si presenta senza una causa scatenante, né scompare all’improvviso nel nulla: era davvero troppo presto per sentirsi al sicuro! Per questo avevo deciso di prendere le mie contromisure perché non si presentassero altre minacce. Ce l’avrei fatta? Il tempo avrebbe dato la risposta, ma intanto avrei tenuto alta la guardia …
È possibile prevenire o controllare l’Ipertensione Arteriosa?
La consapevolezza della condizione d’iperteso e le adeguate misure permettono di praticare il tipo di medicina più intelligente ed efficace: la prevenzione. Il trattamento dell’Ipertensione può infatti ridurre notevolmente i rischi ad essa associati. Un corretto stile di vita può sia prevenire l'Ipertensione Arteriosa, che aiutare a tenerla sotto controllo in chi già ne soffre:
- Mantenere un’alimentazione sana, ricca di fibre e di pesce, povera di grassi saturi e con il giusto contenuto di calorie. In particolare, la verdura e la frutta sono molto importanti perché, oltre a contenere una buona quantità di fibre, sono molto ricche di potassio.
- Controllare il peso corporeo, evitando il sovrappeso e l’obesità.
- Ridurre la quantità di sale. Il sale consumato nella giornata non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno (equivalente all’incirca a un cucchiaino da tè). È quindi importante leggere sempre l’etichetta dei prodotti confezionati per valutarne il contenuto in sale.
- Limitare il consumo di alcol (non più di 1 bicchiere di vino al giorno per le donne, non più di 2 per gli uomini).
- Perdere peso, in caso di sovrappeso/obesità: ogni 10 Kg di peso persi la pressione arteriosa si riduce di circa 5-10mmHg.
- Praticare regolarmente attività fisica aerobica (almeno 30/40 minuti di camminata a
passo veloce, bicicletta, nuoto, ecc. per almeno 5 volte/settimana).
- Abolire il fumo, nemico mortale delle arterie e di tutto l’organismo.